domenica, luglio 06, 2008

Luna in Acquario


Si racconta che Tolstoj mentre scriveva Anna Karenina chiese alla moglie di scrivergli la dichiarazione d'amore che le fece chiedendola in sposa.
Io che non so fare come tutti gli altri, nemmeno quello potrei fare, perchè nessuna dichiarazione avresti da ricordarti, perchè nessuna dichiarazione ho mai fatto, nè mai temo farò.
Io non mando fiori, perchè reciderli è uno scempio. Non dico amore e tesoro e cuore e sei il senso dei miei giorni e il respiro della mia vita, perchè il suono del tuo nome è il più bel suono possa esistere, perchè chiamandoti solo così io dico di averti riconosciuto e di riconoscere la gioia che mi dà poterlo chiamare. Io non perdo l'appetito, perchè non è il dolore e il tormento la misura dell'amore; io non perdo il sonno, perchè non è l'inquietudine il segno dell'intensità dell'amore; io non ho gelosia, perchè ho fiducia; non ho possesso e no io non ti sento mia perchè un'automobile, una casa, vestiti e un computer li posseggo già e tu non sei un oggetto. Io non mi sento in dovere di dire solo tu, perchè se te amo dell'amore che amo, solo tu è inevitabile. Io non mi sento in dovere di responsabilità perchè se ti amo dell'amore di cui ti amo come potrei mai evitarle? Se così non fosse, avrei, ma in realtà avremmo di che preoccuparci.
Io come la luna ho le mie fasi che mi svelano nel buio della notte dove tutto è uguale ed essendo tutto uguale nulla in realtà è. Per gradi in una di quelle notti che tutti noi viviamo al primo quarto, con un occhio solo e un sorriso disincantato, a volte furbo e a volte triste, di tante stelle con una ho preso a parlare, quella che mi pareva la più splendente e la migliore, con poca modestia in verità a cui credevo valesse la pena di parlare, di raccontare i giorni che di me so e quelli che non conosco, cercando di rimanere nel momento, perchè prima e dopo si adattano all'amore, ma non all'innamorarsi. Quella stella come nessuna prima è rimasta là, fissa nel vuoto e nel buio, nella costellazione dell' Acquario che nell'astrologia è l'innovazione, l'evoluzione. La luna intanto si era raddoppiata chè ormai due quarti aveva: il suo quarto e quello della stella diventata ormai luna, due quarti fanno una metà. Non la metà di me, ma la metà vista in te. Le lune a metà hanno una proprietà quella di crescere unendosi ad altre metà e nella notte dalla tenda nera della loro metà nera allungano un raggio, si muovono nel loro lato oscuro che non è l'ignoto, ma quello in cui di più avviene. Si allargano nel cielo sotto un lenzuolo blu, si rotolano su un fianco e poi si fermano in giusto equilibrio attendendo il segno dell'assenso e quello del desiderio e poi si stendono sui visi e sui corpi a baciare la fronte dove risiedono i tuoi pensieri e le tue convinzioni che sono la tua pazienza e la mia fede, i tuoi principi che sono il mio orgoglio di te, la tua fantasia che è la mia passione di te. Scendono a baciare gli occhi con i quali tu mi vedi, scegliendo di vedere me, a dischiudere le labbra con le quali mi chiami e mi cerchi, che imbronci quando non ne vieni a capo, che serri quando una vampata da dentro ti impedisce di dire quello che vorresti. La metà curiosa e timida della luna scivola sul seno che sarà anche regressione infantile, ma caspita è la grazia di Dio o se proprio vuoi quella bellissima parte di te che si accende a tradire ogni precetto inculcato, ogni cautela imparata. E sulle gambe e i piedi la luna a metà si culla, si diverte nell'attesa tua, nel progetto suo e piena, la luna piena di te, si ferma in quello che di te è quanto di più vicino alla tua anima, alle tue sinapsi.
Non è uno scassato telescopio quello che vede nel mio cielo due lune, una sovrapposta all'altra, e gli pare di accorgersi che una si muova sull'altra, si muova su di me e per le mani, per il palmo carico dei pensieri e dei principi, dei dolori e delle speranze, per le dita e per i fianchi che battono gli uni sugli altri, per le braccia e per i seni che si premono e si innalzano portino in me i pensieri e i principi, la passione e il desiderio, l'odore della tua pelle e la luce dei tuoi occhi che oggi io so essere l'infinito, fino a toccarmi l'anima e le sinapsi.
Che sia questa una dichiarazione d'amore?

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Bellissimo ritorno è un sollievo rileggerti, un abbraccio grande e forte da tutte e due Dani

Queen ha detto...

grazie Dani

Acquafortis ha detto...

Mio Dio, Queen mi hai tolto il respiro.

Anonimo ha detto...

Ciao, era da tempo che non leggevo le tue....riflessioni. Spero, per me, di venirTI a trovare più spesso.
Ciao.
Filippo

Queen ha detto...

Bentornato e grazie della visita Filippo