E' curioso sentirsi un posto a sedere occupato da un cappello nel teatro di quella tragicommedia che è la vita. Immaginato che il posto a sedere abbia un suo ragionamento, sicuramente si sente un posto a sedere a metà perchè un cappello occupa poco spazio e meno ancora pesa, dunque ad esso viene la sensazione di essere un mezzo posto a sedere, quasi quasi un sedile ribaltabile al bisogno come quello dei treni vicino all'uscita: quando non c'è bisogno se ne sta nel buio del vano, ma il buio non consente di vedere, spesso annoia, sicuramente immalinconisce facendolo sentire solo oltre che inutile perchè occupato appena da un cappello. I posti a sedere che ragionano sicuramente aspirano a portarsi in groppa persone che per quanto pesanti forniscano al posto dignità di posto in quanto capace di tenere, si perdoni il termine, fondoschiena di persone in carne ed ossa, ma un cappello è leggero, non si muove, pesa sul posto per quello che significa, ma non per quello che è; insomma i posti a sedere che ne vedono e ne hanno viste di tutti i colori o meglio di forme, non lo prendono bene questo cappello messo lì ad occuparli senza che mai qualcuno o qualcosa li sostituisca. Bei posti a sedere come quelli di un teatro, poltrone rosse di velluto, proprio non lo sopportano, c'è al riguardo una nutrita letteratura di posti a sedere - in questo caso numerati - che si sono contorti, agitati, divincolati fintanto da far cadere il cappello per giungere ad esclamare infine: meglio un posto vuoto che uno con il cappello sopra. Perchè il cappello può appartenere a chi si siederà, ma può anche essere che qualcuno venga, getti il cappello nel cestino e si segga per poi dire, qualora chi ha prenotato il posto glielo facci notare che il posto era segnato: ah non c'era nessuno cappello. In quanto anche i cappelli come i posti senza una testa non sono cappelli e perciò poteva essere uno straccio, una carta sporca, un giornale inutilmente pieno di parole, ma è solo con una testa che un cappello è cappello così come solo avendoci seduto sopra qualcuno i posti sono dignitosi posti a sedere. Si sa di posti a sedere che si sono fatti sedere da chiunque sia, purchè sia qualcuno a sedercisi sopra. Quando rimangono soli posto a sedere e cappello, l'uno senza testa e l'altro senza fondoschiena, qualche volta cedono al loro distaccato convivere e cercano una specie di rapporto, fintanto che riescono ad essere vestiti e seduti e qui vengono fuori le diversità tipi dei posti a sedere e dei cappelli che popolano il mondo: posti a a sedere che a null'altro aspirano nella vita se non a rimanere occupati da un cappello che vive benissimo senza testa, ma anche posti a sedere convinti di voler far solo il posto occupati sventatamente da cappelli che lasciano in piedi anziani, malati appoggiati al bastone che non si seggono perchè vedono un cappello appunto, cappelli serissimi su posti a sedere a dondolo che al massimo possono far sedere un bambino talmente sono insicuri fino a quando una testa intima loro di smetterla: non sono più adatti a sedersi, non imbroglino ignari passeggeri o spettatori.
La domanda è fa parte della tragedia o della commedia essere un posto a sedere con sopra un cappello?
Dipende dal dolore, risponde il Guidatore.
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