Infine quello che è rimasto è una lezione per capirne di più, entro cui continuare; ed è infine di due bambini diventati grandi in fretta l’immagine nella striscia del tempo su cui sovrapporre quello che la fine ordina: cambiare, senza possibilità di altra scelta se non quella di rinunciare. Infine rimane il vuoto che è indispensabile per avere spazio su cui edificare ancora. Vuoto da guardare come una voragine assoluta oppure se come il vecchio bicchiere è mezzo pieno di quel segno nell’anima che infine è rimasto, rimane senza possibilità di essere mai scordato, ma solo messo da parte, portato sopra, portato dentro, portato al fianco come un rifugio, come una batteria di riserva, parallelo a questo luogo e questo tempo. Infine è questo.
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