Non si possono leggere romanzi d’amore quando si è innamorati. Li si legge quando si spera o si aspetta di esserlo e dolorosamente quando gli amori sono finiti. Non si può scrivere d’amore quando si è innamorati, soprattutto non si può farlo senza cadere nel banale e nel melenso, quando si sta così, si vive, è il tempo in cui le cose vanno fatte. Ma ci sono a questo mondo persone che le cose le capiscono vivendole, mentre accadono; ed altre, alle quali appartengo io, che hanno necessità di fermarsi e di capire.
Come tu ben sai io non amo scrivere a mano, non mi si vede mai con un quaderno e una penna annotare chissà quali ispirazioni mentre viaggio oppure siedo in un parco o ad un caffè. E’ molto tecnologico il mio mestiere di scrivere, ha un’ora precisa, un luogo, condizioni; eppure guasti i miei pc, per una sciagurata sfortuna guasti entrambe, come una scolaretta mi ritrovo con penna e quaderno al tavolo del mio lavoro a scrivere, in un momento della giornata in cui solitamente non mi dedico a questo.
L’amore si capisce sempre in un attimo come tutte le emozioni: nel tempo capisci la fedeltà, la solidarietà, la cura, ma l’amore quel brivido della vita, di vita, di voglia di vivere, è un attimo. Un attimo che ti congiunge a qualcuno come solo una volta nella nostra vita accade ed è accaduto: l’unico qualcuno di cui siamo stati parti è la nostra madre. Ah non pensare pappe e panni caldi. Pensa a chi ti ha dato un’identità fintanto che tu hai trovato la tua, pensa a chi ti ha dato il suo corpo fintanto che tu hai avuto il tuo da offrire perché in una ruota senza sosta ora si posasse lei alla tua forza, pensa a chi ti ha dato il suo respiro fintanto che i tuoi polmoni fossero abbastanza robusti da respirare da sé, pensa a chi ti ha dato la sua libertà fintanto che tu fossi in grado di essere libero.
Sempre l’attimo in cui lo si capisce accade in luoghi impensabili, in momenti talvolta inadeguati, quando mai ti verrebbe di capire, quando normalmente ti incazzeresti per la fila alla posta, per il treno in ritardo, per la scortesia del tuo vicino di tavolo che parla ad alta voce o ti spinge con la sua seggiola. Ti accade in mezzo ad estranei spesso, che ti vedono dapprima stupirti della tua ingenuità e poi sorridere al vuoto pensando come ho fatto a non capirlo prima. E’ un viaggio, se dovessi come uno scadente narratore inventarmi una metafora, un viaggio che intraprendi, passi per aerei e treni, per strade e cieli, per arrivare in un luogo e in quel luogo assaporare un’emozione, l’emozione che avevi intuito guardando la guida, la carta. Come tutti i viaggi si porta con sé incognite che se ti farai prendere dalla paura ti manterranno a casa tutta la vita o ti consentiranno solo misere gite fuori porta, ma se avrai il coraggio di voler vedere cosa accade in questo viaggio verso un luogo che non conosci, se saprai avvalerti della tua forza, l’amore ti dirà che non è sprecata e soprattutto te ne darà altra, ti renderà sicura così di quello che puoi, di quello che sei, ti dirà quello che sei consentendoti di trovarti. Ogni buon viaggiatore è responsabile, a differenza del distratto turista, non raggiunge terre sconosciute per invaderle e meno ancora per disprezzarle, le rispetta e di quello che di esse non capisce si fa curioso e non giudice. Ogni vero viaggiatore ha fiducia del suo viaggiare, non passa il tempo, non pensa all’ora di tornare a casa: c’è qualcosa in quel viaggio che lo renderà ricco e grande; in quel viaggio porterà a chi visita la sua allegria e la sua lusinga di scelto quel luogo da visitare, perché tutti vogliamo andare, ma tutti vogliamo essere raggiunti. Non è vero che non ha casa il viaggiatore: quello è il vagabondo che non avendo casa, non ha luogo da cui partire e nessuna curiosità del luogo in cui arriverà; tutto gli scivola addosso, conta solo non stare fermo in un luogo.
Così da un certo punto in poi della mia vita io ho visto i miei amori, fermandomi a pensarli. Un viaggio senza fine che attraverso te mi dice chi sono pur essendo io già, che con la sua forza alimenta la mia forza, dove la mia libertà di ora è solo assenza di te, ma la libertà vera sta nel decidere di viaggiare per conoscere il corpo come l’anima e capirli nel brivido di un attimo, giungendo a chiamare questo amore. Quell'attimo che, infine devo aggiungere, dà origine a tutto, ha dato origine e spiegazione a tutto. Ed oggi io so che l'infinito ha la luce dei tuoi occhi e l'odore della tua pelle.
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