martedì, gennaio 01, 2008

Nova Gorica, gennaio 1978


Ti accompagno al confine. Il confine che fa di questa città la nostra piccola Berlino, senza muro però, nel cuore dell’Europa. Pochi metri di là c’è casa tua, separate anche da un confine le nostre vite. Tu in Italia. Io in Jugoslavia. E’ il mattino presto del primo giorno, soffia quel che resta della bora di Trieste, il cielo è plumbeo, la terra dei fossati ai bordi della strada è bianca dei cristalli del gelo. La terra di nessuno dove si comprano sigarette a buon prezzo che però non sono come quelle originali, anche lì ci mettiamo lo zampino. Bruciano male con pezzi quasi interi di foglie di tabacco, sanno di stantio. Portami sigarette italiane, la prossima volta, ti ho chiesto. Dal tuo ricco paese portami, vieni nel mio paese comunista che non ha nemmeno limoni da spremere sul pesce per non farli venire dall’estero, per non piegarsi al mercato. Questo è più dell’estero per voi: è terra di comunisti non allineati, tutta un’altra cosa. Venivate tu e tuo marito a comperare benzina e carne, che tu nascondevi sotto alla gonna perché ne acquistavi più di quanta i finanzieri al confine ti avrebbero permesso di portare in Italia; e la cioccolata comperavi, per i tuoi bambini. Non potendola avere svizzera, la nostra era senza dubbio meglio della vostra e anche quella costa poco: per voi costa poco, per noi è cara comunque. Noi invece veniamo a Trieste, a Gorizia per comperare quello che qui non c’è e qui non c’è praticamente niente, bè sì forse a malapena l’indispensabile. Ci distingui perché noi della Slovenia vi assomigliamo di più nel vestire, mentre quelli di pelle olivastra, dalle gonne colorate che fuori sul marciapiede della Stazione Centrale di Trieste non si curano di chi li guarda mentre sotto le mutande nascondono cosa hanno comperato da voi, ecco quelli vengono da giù. Ah sì perché anche noi abbiamo il nostro sud: Bosnia e Montenegro, che crediamo di mantenere, di cui ci vergogniamo e vorremmo lasciare al destino di gente analfabeta e superstiziosa. Ma non ci distingue e sebbene con i nostri poveri soldi noi facciamo la fortuna dei vostri negozi, siamo tutti uguali:sciavi, in buona sostanza.

Tuo marito aspettava in fila al distributore e tu entravi nel duty free, è la che ci siamo incontrate. Dazvidanja, doberdan, malo pivo. Pensate come noi quando siamo in Italia, che parlare un po’ lo sloveno vi faccia servire meglio dai camerieri e magari risparmiare sul conto. Sì, - ridi, - si crede questa cosa. E ci sembrate strani e misteriosi, comunisti, il Maresciallo…- dici.- Da voi bisogna stare attenti, la milicja non è come quella italiana, ti mettono dentro per poco, però non avete torto. Il Maresciallo, - dico io,- che ci ha uniti tutti e tutti ci tiene buoni, ma per caso voi ci vedete una stella rossa in fronte? Ridi ancora. Come ridevi e quanta cioccolata comperavi, non ne hanno mai avuta tanta i tuoi bambini come quando era il tuo pretesto per entrare nel duty free e parlare con me. Lascio il confine e mi dirigo verso casa mia. Entro in casa e non ci sei, ma non ci sei mai quando io entro in casa mia ed entrare in casa non è una cosa che faccio quando tu ci sei. Noi ci chiudiamo in casa, chè non ti vedano i vicini, chè non c’è tempo. C’è da fare l’amore, non si ricorda l’ultima volta in cui è stato, non si sa la prossima volta in cui sarà. Qualche volta, va bè sono le volte di stanchezza e di malumore forse, mi chiedo se questo è amore? Me lo chiedo guardando fuori dalla finestra casa tua che in linea d’aria sembra essere ancora più vicina. Invece di quella smania che ci prende ogni qualvolta riesci a venire di qua, vorrei parlare con te di libri e di cinema, voi che i film li potete vedere tutti. Vorrei abbracciarti e lasciarti dormire, tanto c’è tempo, giorni e giorni in fila, non me li tocca nessuno, senza svegliarti. Ancora una volta prima che tu vada, sono le parole della consapevolezza che così non è. Non c’è tempo, c’è da togliersi in vestiti in fretta e correre sotto alle coperte, questa è l’ora in cui non distribuiscono il riscaldamento e la stufa non basta. Quando non ci sei il desiderio è un’angosciosa solitudine, quando ci sei qualcosa che vorrei poter rimandare; sono le contraddizioni degli esseri umani. Ma cos’è? E’ qualcuno in qualche parte del mondo, così diverso dalla mia metà del mio mondo, che se ne importa se sono viva o sono morta. E’ che qualcuno attende il giorno in cui non sarà più così ed attendere unisce come null’altro al mondo. E' appartenere a qualcuno, perchè non si può farne senza. Solo nell'amore questa vita sembra meno pesante.

Dicono che ciò che si fa il primo giorno dell’anno, lo si farà poi per tutto l’anno, allora io per tutto l’anno quasi all’alba ti accompagnerò al confine, devi essere a casa prima che lui torni dal turno di notte, finanziere al valico di Sant’Andrea. Ti guarderò pallida e stanca a causa del troppo sesso, allontanarti e attraversare la terra di nessuno, stringerti nell’impermeabile, tic tac tic tac i tacchi delle scarpe sull’asfalto, in un mattino gelido come questo. Tornerò a casa a scrivere la mia solitudine e il mio dolore di cui solo tu sai, solo tu puoi riconoscere la parola che ti rivela se questo è amore. Mi alzo dalla sedia, vado in camera e metto la mano sotto le coperte del letto sfatto, è rimasto il tuo calore, scopro il materasso e annuso il tuo odore che si è quasi perso in anni di profumi e creme che qui da noi non ci sono. Quello che rimane di te che sei libera, quello che rimane dell’unico qualcuno al mondo a cui interessa se sono felice, a cui appartengo. Mi scivola una lacrima. Un giorno forse…


1 gennaio 2008 la Slovenia aderisce a Schengen e in virtù di ciò cadono i confini italo-sloveni. Nel primo semestre di quest'anno la Slovenia presiede per la prima volta l'Unione Europea.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

E'uno schiaffo e una carezza sul cuore, stupendo! Buon 2008 Laura

Queen ha detto...

grazie buon anno anche a te e grazie della visita

Anonimo ha detto...

Bellissimo e lucido come te, molto brava mia Regina se questo è l'inizio avremo un anno fecondo. Ti ho lasciato un mex anche di là. Dani

Queen ha detto...

Grazie Dani, anche voi un bellissimo 2008. Ti ringrazio del commento, piace molto anche a me quello che ho scritto ed è cosa rara. Un giorno la mia paziente e carissima amica "correttrice di bozze" mi consigliò un giorno di scrivere con il cuore. E' una frase di quelle enigmatiche per me, tipo essere sè stessi, cogliere l'attimo...mah penso sempre quando le sento; però, forse vuol dire di non cadere nel comune errore di scrivere pensando di piacere a chi leggerà, si ha così la certezza di commettere tutti gli errori possibili, ma di scrivere ciò che vorremmo leggere ossia la cosa più vicina al nostro cuore (anche cuore è un vocabolo strano per me)e questo post è stato scritto così. Ti ringrazio tanto dei complimenti e delle viste qui e nell'altro, ancora auguri e un bacione per entrambe :)

Anonimo ha detto...

Complimenti Queen per come hai scritto questo post.. Si inizia alla grande questo 2008 !! :)
Auguri ! Ulix

Queen ha detto...

Grazie della visita e dei complimenti Uli, a presto

Anonimo ha detto...

La tua umile "correttrice di bozze" sorride, mia Regina. E' un bel cuore.
Ossequi,
I.

Queen ha detto...

:) I.