E' d'obbligo a Natale un regalo per sé stessi. E' finta generosità quella che dice: ah solo agli altri, a me stesso no. Un filo di sano egoismo è giusto, è opportuno e conferma che la generosità per gli altri è vera.
Il regalo per me stessa quest'anno è la pace. Quell'andare senza tormentarsi nei giorni, di momento in momento che costituisce i giorni, con un filo di disicanto perchè troppo si sa, con malinconico senso di libertà perchè nulla si deve se non quanto è indispensabile per mangiare e dormire. Ricordarsi della strada percorsa fino a qua, perchè se è vero che dimenticare è indispensabile per vivere, una memoria galleggiante sul fondo di noi deve rimanere per imparare. Imparare che i se dominano la nostra vita come la scelta di una porta piuttosto dell'altra, prima della porta è sempre importante conservare nella propria vita la possibilità di scegliere quale porta: l'unica libertà vera insieme a quella dal bisogno. Se avessi detto sì, probabilmente oggi molte cose sarebbe diverse, ma il punto sta nel perchè ho detto no. Apri gli occhi e guarda, non ci si regala nulla a tenerli chiusi. Riportarsi il tempo e le persone che mi hanno resa quello che sono, nel bene come nel male, perchè non si può negare che sebbene da ultimo ciascuno sia solo con sè stesso, ciascuno di noi è nella vita degli altri...per gioco, per scelta, per caso: la vita sarà imparare in quale posto metterli e scoprire che chi meno supponevi ti potesse uccidere, probabilmente sarà quello che lo farà inesorabilmente. Perchè? Perchè si deve fare, uccidere e dimenticare per rifare la stessa strada: così procediamo. Immobili in un unico punto, nulla è possibile, nulla si fa e non si chiama nè fedeltà e neppure conservare, ma lento suicido della nostra vita e della nostra anima.
Una pace enorme, dolce e sorridente che abbraccia chi mi ha offeso e ferito perchè così mi ha reso forte, chi mi ha amato e desiderato perchè così mi ha reso sicura, chi non mi ha ascoltato perchè così ho imparato a parlargli, chi lo ha fatto così mi ha parlato e mi è entrato nel cuore. Un pacifico disterdesi al sole freddo di dicembre, facendo pace con il corpo che invecchia, è invecchiato dal primo minuto di vita e un giorno si rifiuterà di contenere quello che penso, di scrivere quello che sono e credo, di servire quello che desidero e la mia ambizione. Un pacifico piacere e curiosità di vivere sapendo di poterlo ancora.
3 commenti:
Oh era ora! Ciao socia Patty
Commentando solo il post mia Regina devo dire che hai scritto di meglio però è interessante. Ciao Laura
Mi ricordi, Laura, una mia carissima amica e per me importantissima persona a cui un giorno inviai in lettura un mio racconto; mi disse: è da cestinare. Ahah non ti dico la mortificazione, perchè aggiunse: mi sono stupita di cosa hai scritto. Spero che questo non ti risulti così, perchè di aver scritto cose migliori lo so anch'io, ma in un blog ci stanno anche le cose non riuscite perfettamente se questo è come è per me un luogo in cui giocare. Ciao, grazie della critica
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