Si sta facendo facendo sempre più tardi, amica mia, per
questa paginetta, questa invenzione che ogni primo dell'anno ti mando, stando
alla credenza per cui quello che si farà il primo dell'anno poi lo si farà
durante tutto l'anno. Durante quello che resta dell'anno, dunque farò sempre
tardi, sempre più tardi.
Si sta facendo sempre più tardi anche per molte altre cose, anche quest'anno E’
così che sento: sento che diventa sempre più tardi; ormai che è tardi, non vale
nemmeno la pena di cominciare, ma cercherò di non fare così almeno questa
volta.
Ho trascorso il Capodanno in solitudine, cosa della quale non
mi dispiaccio, devo confessarti. Non sono stata molto più sola di quanto lo
siamo generalmente tutti; anzi forse questa solitudine comune, in me, si è
attenuata rispetto a quando ero molto più giovane. Non so se ciò sia avvenuto
perchè ho trovato la compagnia di me stessa o perchè ho smesso di credere che
eccessi e compagnia altrui colmassero la mia solitudine. Come disse un giorno
Virginia Woolf: possiedo la mia anima.
Sono stata sola come tutti, quando questo senso di sgomento
viene dal dolore che si continua a perpetuare nel mondo e anzi di anno in anno sembra
aumentare in maniera direttamente proporzionale all’involuzione della nostra
specie che sembra procedere appunto all’indietro, come se vi fosse trascinata
da una collettiva insensatezza e curiosità di vedere fino a che punto possiamo
arrivare, quasi che la storia non ci avesse già detto quanto in basso possiamo
cadere. Mi pare, talvolta, che in una follia collettiva ci stiamo avviando verso
un burrone, come se volessi liberarci di noi stessi, perché non ci sopportiamo
più, perché non ci amiamo più o più esattamente non sappiamo più ancora cosa
fare per essere migliori; ma temo che non sia più un meglio quello a cui
aspiriamo, bensì a qualcosa di molto più effimero, egoistico e inconsistente.
Mi sono sentita sola come coloro i quali non hanno più
speranza che senza un fondamento è solo illusione ed ora invece è tutto così liquido, come scrisse
qualcuno più intelligente di me; come faremo amica mia? Come faranno coloro i
quali verranno dopo di noi? Forse questo sarebbe una cosa solida, perché gli
esseri umani esistono ed il tempo almeno quello verrà, sulla quale fondare una
speranza: in coloro i quali verranno dopo di noi. A coloro sarebbe bene
lasciare un futuro come chi ci precedette, lo lasciò a noi. Sarebbe bene
lasciare un mondo che abbia ancora acqua e alberi e un cielo, un mondo decente
insomma, in cui potranno vivere così come noi stiamo facendo.
Mi sono sentita sola come si sentono coloro che sono senza un
amore, se questo amore è un corpo e la libertà di qualcun altro, allora sì la
mia solitudine è stata immensa quella notte; ma se l’amore non è possesso ed è
libertà e cura, allora mai come quella notte mi sono sentita riempire da esso e
no non mi sono sentita sola.
Mi sono sentita sola come chi si sente indifeso ed incapace
di capire, generando in sè la paura come
prima reazione, ma se ho pensato alla mia vita e a coloro che sono stati gli
affetti miei più grandi, ma anche gli esempi in cui sono cresciuta e ho
compiuto le mie scelte, allora no davvero non mi sono sentita sola e mai come
allora mi sono sentita parte di un tempo e di un mondo.
Mi sono sentita sola come si sentono gli ammalati che
concentrano in loro le solitudini che ti ho elencato e quelle che non mi sono
venute in mente, ma se ho pensato che la malattia è indissolubilmente legata
alla nostra condizione di esseri umani come di essa fa anche parte la morte,
allora mi ha colto solo una vaga tristezza per un altro anno consumato del mio
tempo, nulla di più; poi ho sorriso, quel lieve sorriso che ti affiora alle
labbra – se ben ricordo - di sfida e di curiosità. Quello, più di tutto, mi fa
ben sperare sull’anno che verrà.
Scusami il ritardo; ecco vedi si sta facendo sempre più tardi
ed è ora vada a dormire. A presto.
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