giovedì, gennaio 03, 2013

Si sta facendo sempre più tardi



Si sta facendo facendo sempre più tardi, amica mia, per questa paginetta, questa invenzione che ogni primo dell'anno ti mando, stando alla credenza per cui quello che si farà il primo dell'anno poi lo si farà durante tutto l'anno. Durante quello che resta dell'anno, dunque farò sempre tardi, sempre più tardi.
Si sta facendo sempre più tardi anche per molte altre cose, anche quest'anno E’ così che sento: sento che diventa sempre più tardi; ormai che è tardi, non vale nemmeno la pena di cominciare, ma cercherò di non fare così almeno questa volta.
Ho trascorso il Capodanno in solitudine, cosa della quale non mi dispiaccio, devo confessarti. Non sono stata molto più sola di quanto lo siamo generalmente tutti; anzi forse questa solitudine comune, in me, si è attenuata rispetto a quando ero molto più giovane. Non so se ciò sia avvenuto perchè ho trovato la compagnia di me stessa o perchè ho smesso di credere che eccessi e compagnia altrui colmassero la mia solitudine. Come disse un giorno Virginia Woolf: possiedo la mia anima.
Sono stata sola come tutti, quando questo senso di sgomento viene dal dolore che si continua a perpetuare nel mondo e anzi di anno in anno sembra aumentare in maniera direttamente proporzionale all’involuzione della nostra specie che sembra procedere appunto all’indietro, come se vi fosse trascinata da una collettiva insensatezza e curiosità di vedere fino a che punto possiamo arrivare, quasi che la storia non ci avesse già detto quanto in basso possiamo cadere. Mi pare, talvolta, che in una follia collettiva ci stiamo avviando verso un burrone, come se volessi liberarci di noi stessi, perché non ci sopportiamo più, perché non ci amiamo più o più esattamente non sappiamo più ancora cosa fare per essere migliori; ma temo che non sia più un meglio quello a cui aspiriamo, bensì a qualcosa di molto più effimero, egoistico e inconsistente.
Mi sono sentita sola come coloro i quali non hanno più speranza che senza un fondamento è solo illusione ed ora  invece è tutto così liquido, come scrisse qualcuno più intelligente di me; come faremo amica mia? Come faranno coloro i quali verranno dopo di noi? Forse questo sarebbe una cosa solida, perché gli esseri umani esistono ed il tempo almeno quello verrà, sulla quale fondare una speranza: in coloro i quali verranno dopo di noi. A coloro sarebbe bene lasciare un futuro come chi ci precedette, lo lasciò a noi. Sarebbe bene lasciare un mondo che abbia ancora acqua e alberi e un cielo, un mondo decente insomma, in cui potranno vivere così come noi stiamo facendo.
Mi sono sentita sola come si sentono coloro che sono senza un amore, se questo amore è un corpo e la libertà di qualcun altro, allora sì la mia solitudine è stata immensa quella notte; ma se l’amore non è possesso ed è libertà e cura, allora mai come quella notte mi sono sentita riempire da esso e no non mi sono sentita sola.
Mi sono sentita sola come chi si sente indifeso ed incapace di capire,  generando in sè la paura come prima reazione, ma se ho pensato alla mia vita e a coloro che sono stati gli affetti miei più grandi, ma anche gli esempi in cui sono cresciuta e ho compiuto le mie scelte, allora no davvero non mi sono sentita sola e mai come allora mi sono sentita parte di un tempo e di un mondo.
Mi sono sentita sola come si sentono gli ammalati che concentrano in loro le solitudini che ti ho elencato e quelle che non mi sono venute in mente, ma se ho pensato che la malattia è indissolubilmente legata alla nostra condizione di esseri umani come di essa fa anche parte la morte, allora mi ha colto solo una vaga tristezza per un altro anno consumato del mio tempo, nulla di più; poi ho sorriso, quel lieve sorriso che ti affiora alle labbra – se ben ricordo - di sfida e di curiosità. Quello, più di tutto, mi fa ben sperare sull’anno che verrà.
Scusami il ritardo; ecco vedi si sta facendo sempre più tardi ed è ora vada a dormire. A presto.

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