Ad un certo momento della sera a me pare senza sentire che mi venga chiesto: andiamo? Allora spengo il computer e poso il libro che sto leggendo e sempre allo stesso modo vado in camera scopro il letto, rassetto i cuscini, ritorno in salotto e controllo che le luci siano spente e le persiane abbassate, faccio una carezza sul capo al gatto nel suo cestino vicino al termosifone. Mi attardo come se il bagno fosse occupato, sento lo scorrere dell’acqua, il vasetto della crema posato sul mobile, la spazzola che cade. Mi svesto e mi infilo la camicia da notte, tengo i vestiti da cambiare vicino a me mentre siedo sul letto aspettando. Fra me e me protesto e mi lamento un po’, in vero. Poi la porta si apre: è il mio turno; passo vicino al tuo corpo nudo ed infreddolito perché come al solito hai scordato il pigiama sotto al cuscino. E’ così ogni sera. Non fosse che la normalità per quanto annoi, rassicura anche, potrei dire: è sempre la stessa sera. Ma la sera che non può essere diversa nel buio e nel silenzio, non è mai la stessa sera, sebbene tutte le sere, quelle dei giorni belli come quelle dei brutti, arrivino; grazie al cielo arrivano.
Un armadio sempre più pieno nel bagno mi indica a che punto è la sera. E la sera è a quel punto in cui ti stendi nel letto non più eccitato dal giorno che verrà, non ancora spaventato da quello che non può più venire; è nel punto giusto la sera.
Esco dal bagno e mi infilo sotto alle coperte. Qualche sera mi giro e ti sorrido, poi regolo la lampada e prendo il mio giornale, allungo le gambe verso di te già ridacchiando per le proteste per i miei piedi freddi. Dietro il giornale faccio finta di nulla e trattengo una risata. Mi ricorda quando da bambina facevo i dispetti per attirare l’attenzione e il dispetto serviva a celare l’imbarazzo del mio interesse e le rimostranze di chi lo subiva era una forma di affetto o almeno io lo prendevo così: ancora timida come nessuno mai immaginerebbe sono. Interrompo sempre di leggere, ti dico: senti cosa scrivono e finiamo per parlare o cominciamo parlando. Sono quelle sere che abbia perso o abbia vinto nella mia giornata ti tengo sopra di me che tanto cosa vuoi che sia! Le cose vere nella vita sono molto poche. Oppure come un cieco con il viso ti scopro il seno e nel caldo della tua pelle io mi intenerisco di cosa è capitato nella mia sera.
3 commenti:
Complimenti Queen. Hai in qualche modo descritto quello che sento ogni sera da più di un anno da queste parti: che qualsiasi cosa succede durante il giorno so che tornerò fra quelle braccia, io e lei, là, dove il mondo è lontano anni luce…
Grazie della visita Acqua, spero che tu abbia anche visitato Ottosopra il blog a cui collaboro e a cui tengo di più
No ma lo farò al più presto.
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