giovedì, febbraio 14, 2008

I Corpi di San Valentino


Ho letto la vostra lettera più volte, incredula. Non credevo a quello che mi scrivevate, perché non vi riconoscevo nel vostro definire demoniaci i miei quadri e questo mi addolora, mi ferisce come nessun critico, nessun collega invidioso di me potrebbe mai riuscirci. Vi scrivo dunque a mia volta, non solo mortificata in quello che ho di più caro al mondo dopo di voi, ma infuriata con il mondo e non con voi. Arrabbiata con i vostri preti, con i vostri messali, tant’è che vorrei ardervi tutti, voi sì davvero nelle fiamme dell’inferno, poiché voi commettete peccato non io nel disegnare, non io nell’amare quello che è opera di Dio, ma voi nel ritenere impuro, corrotto quanto Egli ha creato. Partite da lontano nella vostra lettera per arrivare a quello che volete dirmi, tuttavia io cercherò di non fare come voi. Vi vedo, sì io vi vedo sotto alla navata della chiesa pregare, ma non pregate per me. Io non pecco disegnando i corpi che lui stesso ha voluto, gli rendo gloria invece. Pregate per voi, pregate di sapere distinguere la colpa dalla responsabilità, pregate di sapere liberarvi sebbene dappertutto nei vostri libri sia scritto e la vostra gente ripeta che il vostro corpo di donna deve starsene accanto ad uno di uomo. Distinguete come sia possibile lo voglia e qualora lo voglia ci debba stare con felicità e rispetto reciproco, non come un ordine, non come una pena, non come un dovere e come sia possibile non lo voglia, voglia essere altrove, di volerlo ne abbia lo diritto e spetti ad esso lo stesso rispetto e la stessa cura. Liberatevi e comprendete che questo, solo questo, vi divide da me perché lo so che nell’ immaginarvi accanto a me, voi non guardate me. Voi non ci guardate con i vostri occhi, ma con occhi fatti della carta dei vostri libri un giorno scelti da qualcuno per come gli era conveniente, voi ci guardate con le parole dei vostri amici nobili e dei vostri preti che vi vogliono domata, vi vogliono innocua in questa vita come se di vite ne avessimo mille. Sbattete fuori a calci dal vostro letto ragionieri piuttosto che parroci caritatevoli, politicanti piuttosto che sant’uomini. Imparate una volta per tutte come il vostro corpo vi sia stato offerto perché sia materia di quello che nel cuore ragionate e nella mente amate. Amate dunque il lavoro per non vivere di elemosina preparando per chi verrà un mondo migliore, ragionate di religione con il vostro cuore e svelerete chi commette blasfemia, amate dunque l’arte perché questa è civiltà ed è un’ode continua a Colui il quale ci ha concesso il divino talento di saper consolare l’animo attraverso la poesia e la pittura, ragionate con il cuore del tempo e della fine dei tempi dove arriveremo tutti e quel giorno si vedrà, ciascuno di noi da solo, senza intercessione alcuna, risponderà se ha vissuto nella Sua parola oppure se della sua parola ha fatto simonia. Amate posare, amate sfiorare, amate accarezzare e toccare i corpi perché essi sono l’anima divenuta materia. Se il cuore di quel corpo vi scalda, se la mente di quel corpo vi sorregge e vi accompagna, come potete vergognarvi di scaldarlo con il vostro stesso corpo, di custodirlo con la vostra pelle. In quale altro modo voi pensate sia stato previsto di fare? Quale altro modo potrà mai essere all'altezza della sua saggezza. Quale altro modo sarà più vero del vostro corpo? Pensate che nelle vostre ginocchia sta l'intelligenza e l'orgoglio grazie al quale camminate con dignità sulla strada. Nel vostro ventre sta la purezza del vostro cuore. Nessuna menzogna gli potrà mai passare oltre, il vostro corpo distinguerà ogni inganno per quanto si provi a stordirlo.

Da parte mia io non smetterçdi disegnare e dipingere nudi. Combattere e ribellarmi è cosa alla quale non posso più rinunciare per carattere ormai e perché questo credo quando lo prego senza più entrare in una chiesa. Nell’ombra e nella luce dei miei dipinti, in quanta ombra e in quanta luce, in quanto nero e quanto rosso, in quale grado, in quale tonalità tutto quanto vibra dentro di me ed io credo con tutta l’umiltà possibile, la purezza possibile. Non può essere nero un corpo nudo, non lo si può flagellare di ombre perché esso ama il suo Creatore e il fedele dello stesso che di lui è frutto. Voi vi vedete nei miei quadri, dite, e questo vi imbarazza. Certo che vi vedete, io vi metto dappertutto, con sapienza di modo che solo voi stessa possiate riconoscervi, perché il contrario sarebbe inutile esibizione. A farvi vergognare non è che io abbia riprodotto le vostre nudità, ma che le vostre nudità siano felici davanti al mondo per mano di una donna. A tale proposito lasciate cadere quel rosario e posate le vostre mani su di me come in fondo a voi stessa volete; o su chi volete, persino. Ricordate i sepolcri imbiancati? Non vi schernisco, vi provoco come in tutti i miei dipinti, anche il peggiore. Io celebro a modo mio il sacro e il sacro per me siete voi, la vostra vita, il vostro respiro e il lontano ricordo delle parole di complimento e di lusinga che con quella vostra lettera avete calpestato.

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