martedì, agosto 21, 2007

Gli Orologi di Kant

Il Maestro quest'oggi stranamente non è ancora arrivato. Lo studio è vuoto. Io ho preparato come sempre il lavoro della giornata, spero non si tratti di una malattia; ultimamente il Maestro è soggetto a tossi persistenti e catarrose, subito dopo aver avuto un raffredore potente che lo scuote di starnuti fragorosi. Si sentono da un'aula all'altra.
Approfitto di questo ritardo - sapete che il Maestro è così preciso da potercisi regolare gli orologi sulle sue abitufini - per scrivervi in preda ad una grande malinconia del vostro sole e del tepore della vostre brezze. Qui il tempo è uggioso, pioviggina e si sta alzando una nebbia sottile. Da voi immagino sia ancora estate. In queste giornate tipiche della mia terra, mi ricordo del mio viaggio in Italia e mi conforto così di questa nostalgia che è soprattutto di voi. Che vi chieda come state è ovvio. Scrivetemi al più presto per dirmi come procedono le vostre ricerche. Il Maestro ieri, durante una delle nostre conversazioni in una pausa dalle lezioni, mi ha detto una frase che rimarrà nella storia. Penso non se ne renda conto, ma io credo che nulla rimarrà uguale nella filosofia dopo di lui. Insomma, parlavamo dell'esistenza di Dio ed egli mi disse: "Mia cara vedete, non è esistenza che si può negare con la ragione, ma neppure sostenere, è questione..." Di fede, ho pensato in quel momento; e subito dopo ho pensato che per un'altra cosa è così ed è l'amore.
Del mio viaggio in Italia e dei miei giorni con voi durante di esso, ricordo che quando ci lasciammo voi mi diceste, come spiegazione dell'ossessione di me della quale eravate preda come lo siete tuttora e come lo sono anch'io, che vi avevo fatto sentire mia. Credo usaste questo parola, ma in realtà voleste dire che vi avevo fatto sentire desiderata in ogni parte di voi e in ogni momento della vostra vita. Su questo vostro desiderio regolo il mio orologio in ogni parte di me e in ogni momento della mia vita.
Vi lascio ora. Sono in pensiero per il Maestro e andrò direttamente a casa sua per vedere cosa succede, a presto.

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