Arrivo di notte, a causa di un lavoro stranissimo: scappare il giorno. E’ un mestiere di quelli nuovi, che però si va diffondendo, perché questo è il suo periodo fertile. Si è bravi nel mio lavoro quando si parla strascicando le parole, sottovoce, per versi antichi che nessuno può più parafrasare. Se vi capita di sbagliare e perciò di parlare forte e chiaro, avete sbagliato mestiere e non durerete a lungo perché o non sopporterete lo stress del lavoro o vi licenzierà chi vi ha assunto. Per ora, ironia della sorte, lavoriamo tutti in nero, evadendo l’evadibile e anche di più, però lo sappiamo che è così, ma finchè và và.
Arrivo di notte con l’odore del buio e del fumo, che ci serve dove non basta l’oscurità, mi spoglio accorta nel tuo soggiorno, mi infilo accorta nel tuo letto, ma ti sveglio. Come un cane cerco nella mia ciotola quello che è mio e presto lo ottengo da te che mi ricordi di non essere mia madre se non per l’attimo in cui la malinconia mi fa luccicare gli occhi. Mi ricordi di non essere mia figlia se non per l’attimo in cui il dolore ti scopre al cane della notte che sono. Mi ricordi di non essere una mia proprietà, né io una tua, solo per una voglia nel buio della notte dove lavoro da esperta. Danzi coi tuoi fianchi sui miei, scrivi con la punta dei capezzoli sulla mia pelle: lasciami libera di andare e resterò per sempre.
2 commenti:
Di Ramazzotti? Aha Lo so che oggi è durissima, ti siamo vicino. Fammi sapere qualcosa appena puoi, socia un bacio da tutte e due. Patty
Stavo scrivendo Patty e mi è apparsa la bandierina di posta e sei tu per farmi sorridere un pò, grazie. Ah non lo so di chi sia il cane, temo che il cane sia in noi. Stasera dovrei sapere qualcosa, ci sentiamo. Buona giornata
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