domenica, gennaio 01, 2006

Gennaio 1906, fronte orientale

Mio caro amore, vi chiederete ragione di questo lungo silenzio, ma potete ben immaginarlo e vi prego non attribuitevi alcun altro motivo se non quello della guerra che impazza e falcia le nostre truppe. Sapeste come continuo a tormentarmi con le mie domande: quale immenso amore della nostra Patria, o disprezzo della loro vita o forza atavica deve muoverli così giovani uno contro l'altro su un campo aperto. E solo il ricordo dei vostri capelli sul mio corpo, delle vostre mani sulla mia schiena, della passione dei vostri occhi sempre presenti ai miei mi impedisce di cadere nello sconforto totale e perdere ogni fiducia in questa mia vita. Come posso spiegarvi del fango nel quale corriamo con le nostre barelle per raccogliere quei poveri ragazzi straziati dalle baionette o dalle bombe con le viscere all'aria, come posso dirvi dell'odore del sangue e delle loro grida, come sarebbe lunga la lista di nomi femminili che perduti di loro stessi, invocano: rosario inascoltato di tenerezza e di protezione. Sono forse i nomi delle loro madri, delle mogli, delle loro spose promesse. Ed io che lo vorrei con tutta me stessa, dilaniata dall' Apocalisse alla quale assisto, non posso pronunciare il vostro; ma solo scrivervi posso, per quella mia stranezza che mi costringe a mettere nero su bianco ogni cosa della mia vita, per quell'antico detto per cui la prima cosa che si fa il primo dell'anno, lo si farà lungo tutto l'anno.
Accettate dunque questa mia seppur vi giunga dopo tanto silenzio; ed ascoltatemi con la vostra solita pazienza, restare sgomenta dinanzi ai giochi, agli interessi che hanno portato questi giovani su questo fronte e i villaggi di questa nazione ad essere incendiati e desertificati da questa insensata guerra. Spiegatemi vi prego, quale razza di politici ci comanda? Ma invece, lo so, mi ordinerete di tacere, mi direte che il nostro Re è infallibile e non sta certo ad una donna discuterne le scelte; come vorrei foste così per molte altre cose. Aveste la medesima fiducia, ostinazione, decisione, tuttavia magari a modo vostro l'avete.
Devo fra l'altro dirvi quante donne come noi, donne che amano altre donne, ci sia in questo momento al fronte. Quale coraggio e abnegazione le muova veloci ed efficienti lungo le trincee, e come saltino dalle nostre ambulanze per soccorrere i nostri soldati. Lo so che sorridete, vi conosco, ma non dovete e neppure l'imbarazzo che avete dovete: non fanno così per mostrare un coraggio e una incoscienza mascoline, ma solo perchè aver sofferto molto, e specialmente le ingiustizie di questa vita, rende o molto buoni o molti cattivi, non vi sono vie di mezzo. Vi prego di riflettere un attimo, l'incuranza di sè sarà sì cosa da uomini, ma quale commovente indole femmminile le guida, talvolta sì così mascoline, verso i nostri soldati che impazziti dal dolore ritornano bambini e come loro piangono ed esse si fingono i loro beni più cari perchè abbiano l'illusione di morire fra le braccia delle loro mogli o madri. Riflettete, vi prego. Fatelo così che possiate anche per me, trovare quella serenità laquale vi supplico da tanto tempo. E perdonatemi come prima di partire non ho saputo spiegarvi il nostro ultimo discorso. Nessuno vi obbliga ad alcunchè, avrei voluto rassicurarvi. Che miseria sarebbe scoprire di avervi plagiato o costretto, seppur con questo mio infinito amore, ma sappiate che una scelta la dovete compiere; ed io sarò spero lì ad aiutarvi. Sceglietemi ancora con l'istinto e spiegatevi perchè io e non un'altra, con la razionalità. Fidatevi infine e amatemi con l'intelligenza, ragionando con il cuore. Non solo mi accorgerò di tutto quanto farete, ma voi così avrete trovato quella forza e quella costanza la cui assenza ha fatto soffrire entrambe. Tutto quanto, lo scrivo con la morte e il terrore, vi sarà comunuqe utile anche dopo di me.
Non fate di me quella triste figura d'invertita (questo purtroppo è il nostro nome) che assume nei meccanismi di un rapporto la parte di un uomo, ma donatemi un ruolo più vero, più possibile e più appagante per entrambe: consentitemi la parità, consentitemi di essere me stessa e quello che diverrò, diverremo dall'inizio di questo anno in poi.
Vi saluto ora. Comincia il mio turno. Possiate aver trascorso una buona fine ed un buon principio. Vi fosse possibile portate il mio augurio alla mia famiglia. Amore mio caro ricordatevi che Dio volendo ritornerò, nel frattempo appartengo a voi soltanto, Q.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Queen ho le lacrime a gli occhi...complimenti non solo per l'italiano ma anche per l'emozioni per i sentimenti con cui quelle tue parole sono cariche....
Onorata di leggerti.

Xafra

Anonimo ha detto...

Grazie Xafra dei complimenti. E' invece per un onore tu abbia scelto di visitare il mio blog, dunque benvenuta, spero che ogni volta ti abbia quanto ci leggerai. Buon Anno

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Anonimo ha detto...
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