mercoledì, novembre 07, 2007

Divina

Aveva l'odore del latte la mia pelle eh gran testa di minchia che ti spaccherei a colpi contro il muro e a forza di pugni e ceffoni come tu hai fatto con la mia. E già che ci sono la spaccherei a quella deficiente della mia migliore amica che un giorno ti ha sussurato all'orecchio: ma dai non starci a pensare, lo sai che le donne dicono no ma intendono sì.
E la tua quella del legno di sandalo. Un albero. Stabile e forte che allarga i suoi rami perchè con il potere della sua ombra ci si potesse ristorare e starsene sicuri, riparati dal solo cocente.
L'aprirei come una noce di cocco quella di tuo padre per vedere quale razza di neuroni hanno dato origine ad un cervello di merda come il tuo e per vedere che razza di sinapsi gli consentivano di parlare e dirti: sì sì le donne, si mantegono, si fa il gentiluomo con loro, le devi far stare bene, non gli deve mancare nulla, gentile ed educato, ma devi farti rispettare su certe cose, devono sapere chi comanda. E tua madre tanto brava e comprensiva con me, abbi pazienza, vai oltre l'apparenza dei modi, sbaglia, ma il mio bambino non è cattivo: no signora, il suo bambino era un animale; anzi lui è, io ero. Una strage faccio! Del mio di padre che ha dubitato di me, della mia di madre che ha saputo solo piangere e dirmi degli uomini, te lo dicevo da bambina, bisogna sempre stare attente e non provocarli, perchè non ci si può fare nulla qualche volta loro sfuggono a loro stessi. Una donna sa come fare. Cosa cazzo sa come fare?! Povera donna che solo per culo non ti è successo quanto è successo a tua figlia.
Non me l'hai sbattuta abbastanza la testa, poi me la sono fatta saltare che venisse fuori tutta la colpa che non ho. Esplodese tutta la rabbia perchè tu mi hai tradito nella certezza che la mia forza dell'amare, del fare, del credere fosse il mio potere inviolabile che mi rendeva forte. Invece la forza è stata la tua, delle tue mani, dell'approvazione degli altri, di quella merda che sei solo in apparenza un essere umano. Inginocchiati, sì peccatore che fa la vittima della mia ribellione, tu non volevi vero? Sono io la causa. Ci parlo io adesso col tuo Dio e lo prego di lasciarti vivere per marcire in qualche galera, in fondo alla terra, nell'umido come un verme, come un essere inferiore così come tu credevi fossi io. Ti aspetto marito mio adorato e rispettato, padre dei miei figli, verrai oh se verrai dalla tua Divina sposa.

Roma, 24 novembre 2007 ore 14 Manifestazione Nazionale Contro la Violenza sulle Donne

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Mia Regina, sai che io credo nel perdono e nel distinguersi da chi ha fatto male. Diciamo che sei andata giù pesante anche se nella semplicità del post hai scritto cose che sono apparentemente banali. Stranissimo leggere qualcosa così nel tuo blog, davvero strano ma è quello che volevi immagino. Un abbraccio forte a te e a lui, coraggio coraggio coraggio Dani

Queen ha detto...

La morte è una cosa difficilissima da scrivere perchè alla morte si addice il silenzio. La violenza è uguale perchè della violenza è solo l'atto, la mano che cala spietata addosso, intanto che l'hai descritta Dani è diventata un'altra cosa, filosofia forse e non è più tutta la follia che è la violenza come non puoi descrivere la rabbia lacerante, lo strappo nell'anima che ti procura, l'istinto più profondo che sollecita. Gli istinti sono improvvisi, non sono come i pensieri meditati. Solo l'espressione dell'inveire, del maledire forse, almeno ho creduto, esprime la repentinità dell'atto violento e della rabbia che non è la colpa la quale invece è lenta. Ho scelto in buona sostanza. Non volevo stupire, non è da me. Il perdono dici? Io non sono una buona cristiana, lo ammetto, non so molto perdonare e soprattutto cose come queste perchè credo che come la miseria non è una buona scusa per rubare così penso che la solitudine, l'ignoranza, la fede integralista o altro siano un buon motivo. Non c'è una sola ragione al mondo per cui una persona, uomo o donna che sia, debba fare commettere un crimine su un essere umano. Forse solo la difesa personale. Soprattutto io vorrei impressionato le donne che lo leggeranno perchè non siano più così indifferenti, così scusanti di quella che io non credo sia la vera natura dell'uomo inteso come individuo maschile ma un disequilibrio ancora perdurante e anzi riemergente degli equilibri fra uomo e donna. E credo anche che questo non sia solo un problema di libertà sessuale, se lo è un problema di come noi viviamo ancora oggi il sesso e la sessualità, anzi di come noi scientemente abbiamo ulteriormente corrotto uno degli atti più intimi, preziosi e creativi degli esseri umani. Grazie della visita e della solidarietà Dani :)