lunedì, gennaio 01, 2007

Gennaio 1937, ghetto ebraico di Venezia

C’è la nebbia stamattina, tanto per cambiare. Non si distinguono i canali. Sento già dei rumori in cucina,. Presto mi dovrò alzare, ma non ne ho voglia. Sto a pancia in giù nel letto, la coltre di lana pesante come un macigno caldo sulla schiena, il viso affondato nel cuscino di piume, che ho da sempre: ci dormo da quando sono al mondo con questo cuscino.
Vorrei essermi svegliata con te.
L’amore è una complicazione, è una perdita di tempo. Meglio puntare alle affinità di interessi, allo stare bene insieme, alla solidità.
Il corpo parla di noi. Il mio parla di tende nel deserto, di templi distrutti, di roveti infuocati. E potrebbe esserlo un roveto di spine magro com’è, infuocato da te. Ossuto com’è e saldo com’è parla di terre in un’altra parte del mondo raggiunte senza pace. Il tuo è quello di chi è sempre stato per destino dalla parte del giusto. Ha la rotondità calda di chi per è sempre stato ben nutrito, ben accudito, importante, è sempre stato in un unico posto da sempre. Non essendo stato costretto a scappare, a fuggire, a peregrinare è l’esempio della fertile stabilità. Il seno che svetta sotto la coltre di lana e pare dire baciami e succhiami perché io sono al mio posto, sono bello e voglio essere accarezzato, trattato bene. Le gambe tornite e forti che sono abituate a calze fini e paiono dire ti stringerò perché io so e posso camminare nel mondo. Si stringono così attorno ai fianchi di tuo marito? Bè sono più che autorizzate a farlo, non si può non ammetterlo. Il ventre piatto e il bacino largo di una donna fertile che solo per una questione di pianificazione e carriera del marito ancora non è madre, ma per voi non è un problema, potete pagare i figli che non avete.
Allungo la mano verso il mio pube e ho la bocca vuota di te. Il mio cuore antico e innamorato piano piano aumenta il suo battito. Il cervello è pieno di regole. Il mio corpo ha dietro di sé teste calve e coperte dal fazzoletto per non piacere ai padroni presso il quale serviva. Che differenza eh!
Dice il Talmud che infelice è colui il quale si interroga su quattro cose: chi è prima chi è dopo, chi è sopra chi è sotto. Buon Anno Nuovo...chissà che succederà.

4 commenti:

ulixes ha detto...

Queen ciao.. è notte, mattina bhò, sono le 5 quasi e io appena tornata a casa :-) buon anno...mi piace molto quando dici " il corpo parla di noi. Il mio parla di tende nel deserto, di templi distrutti, di roveti infuocati", si , lo sento davvero profondo, brava, un saluto Ulix

Anonimo ha detto...

Buon 2007. Spero che "tutto" vada per il meglio. Un saluto M.

Anonimo ha detto...

Mia Regina ci siamo stufati del ghetto di Veneziaaaaaaaaaaaa...ecchè cavolo! Un bacio da entrambe, D.

Anonimo ha detto...

Ahhah che fai Dani, mi sgridi? Sono molto impegnata in altre cose, aggiornerò aggiornerò, prometto, prima o poi. Un bacione ad entrambe