Raccontano gli storici che Elizabeth fu una donna di grande carisma, non bella ma certamente affascinante con quella sua chioma rossa sulla pelle bianchissima, quasi di porcellana. Riferiscono gli storici che fu la più amata dei sovrani d'Inghilterra. Scrive Elizabeth stessa nelle sue pagine di aver appieno vestito il ruolo, il corpo del sovrano e che questo le valse il rispetto e l'amore del suo popolo, insieme all'odio della maggioranza della sua corte; ma che di lei, di chi fosse in realtà, solo pochi sapevano e confessa come ciò fu quanto le permise di fare tutto quanto fece a suo onore o a suo biasimo.
E' una leggenda la verginità di Elizabeth, lo possono raccontare tutti, ma stranamente tutti vanno chiamandola ancora la regina vergine; e io penso la si chiami ancora così, perchè non mancò mai a sè stessa.
Una sera, occorre racconti, seppure con ricordi confusi dalla lontanza nel tempo, vidi sua maestà uscire di nascosto, senza guardie e senza vestiti regali, coprì la chioma che poteva tradirla sotto il cappuccio di un mantello nero sporco e sgualcito che mi aveva chiesto e le avevo dato con una certa perplessità: cosa voleva mai farsene sua maestà?
Voleva non essere la regina d'Inghilterra; e io quando la vidi camuffata a quel modo, pensai che aveva ragione: almeno una volta le fosse concesso, una volta almeno nella vita. Sua altezza non conosceva la città di cui era padrona e llustre figlia. Di Londra conosceva solo le strade della corte e quella del patibolo dove sua madre lasciò la testa, un'orfana e incise per sempre il suo nome nella storia e negli eventi che descrivono di cosa sono capaci gli esseri umani.
Occorre vi dica che da poco io ero alla corte e mi occupavo della comodità di sua altezza, ma pur trattandosi di poco tempo una sorte di incantesimo, una sorta di destino, una forma di predestinazione erano la ragione di un affetto e intesa che, seppure ben taciuti, correva fra me e sua altezza. Fu Elizabeth stessa a dirmi un giorno: tu lo sai che io ti parlo come non faccio con alcuno? Sì, maestà, risposi. Perchè? Non lo so maestà. Lo sai, disse assorta sua grazia. Mi parve che il suo solito sguardo fiero svanisse e lasciasse il posto a quello che doveva avere avuto bambina davanti al patibolo di Anna e con quello sguardo guardò fuori, nella nebbia, la Torre. Poi invece ritornata lei mi si avvicinò, mi prese le mani e mi disse: grazie di non averlo detto. Maestà, risposi, voi sapete quello che vi avrei detto e dunque perchè dirvelo? State tranquilla maestà e per favore sedetevi, altrimenti non posso calzarvi le scarpe. Con la coda dell'occhio la vidi corrucciarsi e coprirsi il volto con la mano.
Elizabeth è ora alla porta di una casa, la porta si apre appena dopo un lieve battito e vi sguscia dentro. La mano che si è tesa verso Elizabeth nascosta da un nero mantello ha alla mano destra un anello di rubini, troppo prezioso per la miseria di chi ci vive in quella casa, tale e quale è quello al mio dito. Lo guardo ora, mentre intingo la penna nel calamaio e non posso dimenticare gli occhi della regina. Ho raccontato tutto questo e nel farlo ho pensato a me stessa. Ho servito Elizabeth in ogni cosa, perchè era mio compito ed era la sola cosa che volessi fare, perchè ci è data una recita da allestire: Elizabeth la sovrana, io la dama di corte; se non ha mai mancato lei, perchè avrei dovuto farlo io? E' stata una recita, lo sapevamo entrambe, la verità è ben altra.
Leggerete questa righe nel 2006. Non ho la più pallida idea di come stiate messe voi, chissà...
2 commenti:
Maestà poco meglio ad essere sinceri. Un bacione da entrambe, non ti chiedo più quando vieni a trovarci :) D.
Messe poco meglio in tutti i sensi, direi. Prina o poi vengo a trovarvi, nel frattempo mi scuso e rimando le motivazioni ad altro luogo. Graie della visita
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